La visita ha offerto l’occasione per tracciare un bilancio dei cinque anni di esistenza del partenariato migratorio. Il Capo del DFGP ha potuto affrontare l’argomento con il ministro degli interni, Lotfi Brahem, e il ministro degli affari esteri, Khemaies Jhinaoui.
Il partenariato migratorio racchiude un accordo di cooperazione in materia di migrazione e un accordo sullo scambio di giovani professionisti. Ha permesso di intensificare la cooperazione in vari settori, quali l’aiuto al ritorno e al reinserimento dei migranti, la protezione e l’assistenza offerte ai migranti vulnerabili, il potenziamento delle capacità per la gestione della migrazione o l’elaborazione della legge tunisina sull’asilo.
Intervista (questo contenuto e solo disponibile in francese)
La Tunisia – Paese di transito e di destinazione dei migranti
In cinque anni la situazione migratoria è nettamente cambiata in Tunisia: mentre nel 2012 numerosi giovani Tunisini lasciavano il Paese per chiedere asilo in Europa, oggi la Tunisia è in primo luogo un Paese di transito e di destinazione. Infatti l’anno scorso in Svizzera sono state registrate appena 252 domande d’asilo di cittadini tunisini.
A Tunisi la Conisigliera federale ha visitato svariati progetti che beneficiano di un sostegno svizzero. Si è recata in un centro dell’organizzazione non governativa "Terre d’asile Tunisie", che fornisce consulenza giudirica ai migranti, e presso la società di addestramento TrEE, che si prefigge di istruire e far assumere giovani diplomati alla ricerca di lavoro consolidando l’esperienza pratica. Ha inoltre visitato un centro che offre protezione a donne vulnerabili, migranti o no, in particolare se vittime di violenza.
Il Capo del DFGP approfitterà della sua presenza in Tunisia per discutere della situazione migratoria in Libia con rappresentanti di organizzazioni internazionali e non governative. Le principali organizzazioni impegnate nella protezione dei migranti in Libia sono infatti di stanza in Tunisia. Verterà sulla protezione dei migranti in Libia anche il terzo incontro del Gruppo di contatto per il Mediterraneo centrale organizzato dalla Svizzera a metà novembre, al quale interverrà anche la Tunisia.
Nuova strategia di cooperazione della Svizzera in Tunisia
Durante la visita della Consigliera federale a Tunisi, è poi stata lanciata la nuova strategia di cooperazione 2017-2020 della Svizzera in Tunisia alla presenza del ministro dello sviluppo, dell’investimento e della cooperazione internazionale, Zied Ladhari, e del segretario di Stato presso il Ministro degli affari esteri, Sabri Bach Tobji. Affidata a varie unità della Confederazione (SECO, DSC, Direzione politica del DFAE, SEM), l’attuazione di tale strategia dispone di fondi per 103 milioni di franchi sull’arco di quattro anni. In questo modo la Svizzera consolida il proprio operato in Tunisia, avviato sin dall’inizio della transizione democratica nel 2011. La cooperazione sarà portata avanti sulle tre linee operative seguite in precedenza:
- processi democratici e diritti dell’uomo
- crescita inclusiva e impiego
- migrazione e protezione
La visita della Consigliera federale ha anche permesso di ufficializzare, con la partecipazione del ministro degli interni, Lotfi Brahem, l’apertura dell’ufficio svizzero di cooperazione di polizia in Tunisia. La presenza in loco di un agente di collegamento consente di intensificare lo scambio di informazioni, in particolare nella lotta al terrorismo o al traffico di migranti, e di agevolare la cooperazione di polizia nelle indagini e procedure penali.
L’argomento delle materie prime è stato affrontato in occasione di un colloquio con il ministro dell’energia e delle miniere, Khaled Kaddour, e con rappresentanti della società civile. La Consigliera federale ha mostrato particolare interesse per le questioni inerenti alla trasparenza, al progetto di adesione della Tunisia all’Iniziativa internazionale per la trasparenza nelle industrie estrattive e alle sfide sociali e ambientali legate all’estrazione e alla trasformazione delle materie prime.
Dopo la cosiddetta "Rivoluzione dei Gelsomini" del 2011, la Svizzera ha avviato un programma di cooperazione su vasta scala in Tunisia allo scopo di sostenere la transizione verso la democrazia e uno sviluppo socio economico più dinamico in questo Paese. Inoltre è stata rilanciata una cooperazione privilegiata in vari ambiti migratori. Confinando con la Libia, la Tunisia è recentemente diventata un Paese di destinazione e di transito sulla rotta migratoria del Mediterraneo centrale. Al momento le domande di asilo presentate in Svizzera sono relativamente poche (252 nel 2016), ma subito dopo la rivoluzione erano molte di più (2574 nel 2011).
L’11 giugno 2012 è stato firmato un protocollo d’intesa con la Tunisia (PDF, 26 kB, 10.08.2012) che istituisce un partenariato sulla migrazione.
Gli obiettivi sono rafforzare la cooperazione in tutti gli ambiti migratori e istituzionalizzare il dialogo attraverso incontri regolari per attuare il partenariato che nella fattispecie comprende: la gestione dei flussi migratori, la riammissione dei cittadini e l’aiuto al ritorno, la prevenzione della migrazione irregolare, la lotta alla tratta di esseri umani, la migrazione regolare, la migrazione e lo sviluppo socio economico. Attualmente, grazie al partenariato del 2011, hanno preso corpo le misure e i progetti seguenti:
- protezione umanitaria dei migranti vulnerabili (tra cui un sostegno ai dispositivi di riferimento dell’associazione Terre d’Asile Tunisie a Tunisi e Sfax);
- sviluppo della legge tunisina sull’asilo (progetto in corso con l’UNCHR);
- sostegno alla gestione integrata delle frontiere (progetto in corso con l’ICMPD);
- potenziamento delle capacità per l’identificazione dattiloscopica (formazione e terminali per la scansione);
- mobilitazione della diaspora tunisina in Svizzera affinché contribuisca allo Sviluppo della Tunisia.
L’11 giugno 2012, insieme al protocollo d’intesa che istituisce il partenariato migratorio con la Tunisia, sono stati sottoscritti anche un accordo di cooperazione in materia di migrazione (che comprende la riammissione) e un accordo relativo allo scambio di giovani professionisti. In occasione della visita di Stato a Berna del presidente della Repubblica di Tunisia Béji Caïd Essebsi, nel febbraio 2016, è stato siglato un accordo, in vigore dall’aprile 2016, sull’esenzione dell’obbligo del visto per i titolari di passaporto diplomatico.
Per accompagnare il ritorno volontario e il reinserimento è stato realizzato, in collaborazione con l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), un programma di aiuto al ritorno, specifico per la Tunisia, che si è concluso a dicembre 2015. Da allora i richiedenti l’asilo respinti, tunisini e non, possono chiedere le prestazioni individuali di aiuto al ritorno. Dal 2011, più di 1600 persone sono rientrate in Tunisia grazie a questo aiuto.
La cooperazione nell’ambito della riammissione funziona molto bene con la Tunisia. Il rimpatrio delle persone in situazione irregolare si svolge in base all’accordo citato grazie alla buona collaborazione con le autorità tunisine. È possibile organizzare voli speciali, ma vi si ricorre solo in situazioni estreme.
L’accordo sullo scambio di giovani professionisti permette a cittadini tunisini, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, di assolvere uno stage in Svizzera di 18 mesi al massimo. Finora 34 giovani tunisini hanno ottenuto un permesso di soggiorno nel quadro di questo accordo.
Uno dei tre pilastri della strategia di cooperazione della Svizzera per il triennio 2017-2020 in Tunisia riguarda le attività nell’ambito della migrazione e della protezione. Questa strategia permette quindi di potenziare anche il partenariato migratorio tra la Svizzera e la Tunisia.
Visita di lavoro in Niger
Mercoledì e giovedì il viaggio condurrà la consigliera federale Sommaruga in Niger, un importante Paese di transito sulla rotta migratoria del Mediterraneo centrale e, in quanto tale, Stato partecipante agli incontri del Gruppo di contatto.
Ultima modifica 03.10.2017
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