24 giugno 2022
L’articolo "Polizei baut Handy-Überwachung massiv aus", apparso su vari giornali e portali di Tamedia (p. es. Tages-Anzeiger, Berner Zeitung, Basler Zeitung, ecc.), contiene diverse informazioni errate sulla sorveglianza della telefonia mobile da parte del Servizio Sorveglianza della corrispondenza postale e del traffico delle telecomunicazioni (SCPT).
- Nel lead si afferma che la ricerca per zona di copertura dell’antenna sia un nuovo metodo di ricerca.
È un’affermazione errata. La ricerca per zona di copertura dell’antenna esiste da oltre 20 anni. Non serve a spiare i cittadini, ma informa unicamente sugli apparecchi collegati in un determinato momento con un’antenna.
- L’articolo afferma che sempre più spesso vengono consultati i dati di localizzazione dei cellulari.
In realtà, negli ultimi anni il numero di questo tipo di misure è tendenzialmente diminuito: nel 2017 vi sono state 5440 misure di sorveglianza retroattiva, nel 2021 esse sono diminuite a 4570.
- L’articolo sostiene più di una volta che un agente di polizia può rivolgersi al Servizio SCPT poco prima di un interrogatorio per chiedere i dati di localizzazione di un cellulare, o che con pochi clic è consultabile il profilo di spostamento.
È errato. I dati di localizzazione non possono essere richiesti da un agente di polizia. È necessario l’ordine di una misura di sorveglianza da parte del pubblico ministero e questa deve essere approvata dal giudice delle misure coercitive.
- L’articolo suggerisce che la sorveglianza della telefonia mobile venga estesa, adducendo a motivo l’aumento del numero di informazioni semplici richieste dalla polizia.
"Informazioni semplici" ai sensi degli articoli 35, 37, 40, 42 e 43 dell’ordinanza sulla sorveglianza della corrispondenza postale e del traffico delle telecomunicazioni (OSCPT; RS 780.11) non sono sorveglianze, bensì servono unicamente a identificare i titolari di elementi d’indirizzo quali i numeri di telefono. Queste informazioni possono essere paragonate a una consultazione dell’elenco telefonico. Pertanto più informazioni non significa più sorveglianza.
- L’articolo sostiene che per mezzo di informazioni semplici si può individuare in che modo è stato usato Internet sull’apparecchio mobile e dove si è trattenuta la persona in questione.
Queste affermazioni sono errate. L’uso di Internet su apparecchi mobili può essere accertato solo mediante una misura di sorveglianza in tempo reale. Il luogo in cui si trovano le persone può essere individuato soltanto mediante una sorveglianza in tempo reale o una sorveglianza retroattiva. Queste misure devono essere disposte dal pubblico ministero e approvate dal giudice delle misure coercitive.
- L’articolo afferma che pochi anni fa la richiesta di informazioni semplici costava 250 franchi, mentre oggi è gratuita.
È un’affermazione errata. Fino al febbraio 2018 le informazioni semplici costavano 5 franchi e non 250 franchi.
Ultima modifica 24.06.2022